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Chi è lo scrittore di sf?

La gioia che dimostrano gli scrittori di fantascienza quando si incontrano di persona, alle convention o alle conferenze, costituisce un aspetto che li caratterizza tutti in egual misura, esordienti e vecchi professionisti. Si instaura sempre un rapporto d'intesa profondo, anche se le idee politiche espresse nei rispettivi lavori possono essere in netto contrasto tra loro: è come se le posizioni anche opposte - che, si potrebbe pensare, creano necessariamente barriere tra le persone - non avessero alcuna incidenza, e l'atmosfera, in occasione degli incontri di scrittori di SF, è sempre quella di una riunione di famiglia, di una rimpatriata tra vecchi amici e amici nuovi, con i quali c'è, di base, una sostanziale affinità di vedute o di mentalità. I rapporti sono quasi sempre improntati al reciproco rispetto personale, oltreché delle rispettive opere. Siamo come membri di un gruppo etnico un tempo strettamente uniti; poi dispersi e, infine, temporaneamente riuniti. Non ho mai avuto questa sensazione con alcun altro gruppo di persone: abbiamo un che di speciale che non solo ci accomuna, bensì ci lega, invece di separarci come succede negli ambienti dei cosiddetti "narratori newyorchesi", in cui la gelosia e l'invidia croniche e gli amari sfoghi impediscono i contatti personali. Per quel che ne so io, questo tipo di cameratismo e di rapporto è, almeno attualmente, unico nel mondo dell'arte. È indicativo di come siamo.

da "Vita breve e felice di uno scrittore di fantascienza" (The Shifting Realities of Philip K. Dick) di Philip K. Dick, Feltrinelli, Milano, 2001.