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Circolo d'immaginazione

Il bollettino di City e le varie fanzine degli anni '80 hanno pubblicato spesso interventi e schede di film di sf; film che hanno avuto un peso significativo sia per il genere che per il mondo del cinema. In questa sezione vogliamo riproporre quelle che a nostro avviso possono avere una rilevanza dal punto vista storico e culturale.


Articolo riproposto da:
Fanzine periodica bimestrale, anno III, dicembre 1983, n° 14.


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Scheda filmografica

Wargames giochi di guerra
Wargames
USA, 1983.

     

Wargames
giochi di guerra

 

di Mario Sumiraschi

La trama: molto, ma molto semplice. Un intelligente (!) ragazzino statunitense, utilizzando il suo PC riesce a immettersi in un canale privato collegandosi a un computer che può persino decidere di far scoppiare una guerra atomica. Questo è il punto di partenza per le ingenue vicissitudini che si sviluppano nel procedere dell’azione.
Il film è marcatamente per un pubblico giovanile e pertanto tratta in modo molto superficiale ed appena abbozzato qualsiasi cenno di contenuto. Anzi cade persino nella banalità quando sembra farlo seriamente.
I protagonisti sono simpatici, ingenui e terribilmente morali, ma non nel senso che ci si possa aspettare: sono in embrione i futuri americani, ligi al senso della libertà – che deve essere difesa sempre da ogni buon cittadino -, ma in fin dei conti assimilati in un sistema che sta cambiando solo i mezzi di produzione.
L’attuale “new deal” è quello dei computer, del “personal computer” per l’esattezza, che investe la vita in tutte le sue espressioni, dalla vita scolastica, alla prenotazione di un biglietto aereo, al pulsante che decide la distruzione del mondo. L’apparente stereotipare i personaggi da parte dei sceneggiatori e del regista, trae in inganno lo spettatore meno smaliziato.
“Wargames” ha la pretesa di divertire e lanciare messaggi, ma per uno spettatore adulto (in senso cinematografico s’intende) lascia una profonda insoddisfazione, proprio perché lo si sente insincero, troppo poco convincente. Occorre in continuazione supplire ad una certa incapacità del regista di sviluppare un minimo di fantasia. Non a caso gli esperti di computer rimangono sorpresi per le assurdità tecniche su cui si basano gli avvenimenti. Le situazioni anche grottesche della vicenda.
Certe soluzioni sono affascinanti (gli effetti speciali sono ottimi): lo spettatore guarda gli enormi tabelloni elettronici che segnano il percorso delle forze militari, come in un enorme video-gioco, ma per il resto tutto è piuttosto superficiale: i genitori psicanalizzati banalmente, turisti con le macchine fotografiche in un bunker atomico militare dove esistono i centri di controllo totale; lo scienziato che lascerebbe morire tutti, poiché fanatico dell’evoluzionismo sociale : pensa che sia giunto anche per l’uomo il momento della distruzione, come i dinosauri.
Per un pubblico di giovanissimi è anche giusto vedere il proprio eroe coetaneo o quasi, districarsi nelle situazioni più difficili con astuzia e ironia, facendo dire al solito ottuso agente dell’F.B.I.: “ ogni ragazzo indisciplinato, poco studioso è amico dei sovietici! “, ma non basta per creare anche un minimo flash sulla società USA per legittimare il film.
Il regista sembra quasi dire: “ attenti ai computer che devono decidere la sorte dell’umanità”, ma si lascia prendere la mano dalle situazioni e “Wargames” sembra più un inno alla vendita di PC ad un pubblico giovane – perché il futuro è quello -, quel pubblico statunitense sempre esaltato da molti registi – vedi Spielberg soprattutto – che reagisce sempre per la - libertà, diciamo, costituzionale - , sempre pronto a reagire anche alle situazioni più assurde, contrarie, mettendo in mostra sempre un’intelligenza che sembra quasi razziale. E questo genere di film è unicamente indirizzato al grande pubblico, che lo assimila in ogni occasione, ingoiando senza masticare.
Il messaggio c’è, ma è tra le righe, e non si adatta assolutamente a schemi europei ancora da sistema produttivo e culturale da terziario, ma implica una conoscenza della situazione morale attuale, degli USA, sempre che il fruitore delle immagini di “Wargames” voglia approfondire uno studio. Per quello disattento o poco interessato, è un’occasione senz’altro per non pensare troppo alla vita quotidiana.